I contratti di cessione del quinto e/o di delegazione di pagamento, utili per i lavoratori dipendenti, celano delle pratiche usurarie oggetto di recenti interventi della suprema Corte di Cassazione che ha indicato come molti contratti sottoscritti tra il 2005 e il 2009 presentano interessi usurari che dovranno essere integralmente restituiti dalla banche e finanziarie che li hanno applicati.
Recentemente la Corte di Cassazione con due pronunce storiche 8806/2017 e 5160/2018 ha sancito l’obbligo di inserimento nel calcolo del TEG (percentuale quest’ultima relativa con cui si confronta il tasso soglia trimestralmente indicato dalla Banca d’Italia) della polizza assicurativa che ogni istituto di credito obbligatoriamente sottopone ai consumatori per la conclusione dei contratti di finanziamento.
Per ragioni di opportunità tutte le banche e le finanziarie fino al 31 dicembre 2009 hanno evitato di inserire il costo delle polizze nella percentuale finale del TEG operando, quindi, una palmare violazione dell’art. 644 c.p. che disciplina la normativa sull’usura.
Gli approfonditi studi di questi mesi da parte della Martino Consulting hanno accertato che la predetta omissione ha comportato come ben il 40% dei contratti di cessione del quinto dello stipendio, ovvero di delegazione di pagamento sottoscritti tra il 2005 e il 2009, sforino il tasso soglia con la conseguente necessità per gli istituti bancari di restituire ai consumatori tutti gli interessi e gli oneri di gestione addebitati nel corso del rapporto.
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